Atelier Musicale: “Stravinsky in Jazz” con il quintetto dei sassofonisti Andy Sugg e Arun Luthra sabato 25 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano

Andy Sugg (a sinistra) e Arun Luthra

È un evento di primissimo piano il concerto dell’Atelier Musicale, la rassegna di jazz, classica e suoni contemporanei organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio, in programma sabato 25 gennaio alla Camera del Lavoro di Milano: sul palco dell’auditorium Di Vittorio si esibirà, infatti, il quintetto che fa capo a due grandi sassofonisti, l’australiano Andy Sugg e lo statunitense, di origine indiana, Arun Luthra (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro + 5 euro per la tessera associativa).
Affiancati da un’inusuale ritmica italiana composta da Antonio Zambrini (pianoforte), Caterina Crucitti (contrabbasso) e Tony Arco (batteria), Sugg e Luthra porteranno, nel programma della XXVI edizione dell’Atelier, un altro progetto legato alla trasversalità, allo sguardo del jazz verso il mondo della musica eurocolta. In questo caso, l’ispirazione riguarda una delle opere più famose di tutta la storia musicale occidentale, la stravinskiana “Sagra della Primavera”, che nel jazz ispirò indirettamente anche “Rights of Swing”, il famoso album del sassofonista Phil Woods. Qui Sugg e Luthra prendono spunto direttamente da una pagina simbolo del grande compositore russo e ci restituiscono, in modo sorprendente e comunicativo, sprazzi completamente inseriti nel linguaggio jazzistico.
Arun Luthra ha recuperato le sue radici culturali studiando la musica classica dell’India (sia hindustana sia carnatica), mentre nel jazz ha collaborato con musicisti del calibro di Billy Harper, Kenny Garrett, Joe Chambers, Lew Soloff e molti altri.
Andy Sugg fa parte della poco conosciuta (almeno in Italia) scena jazz australiana, ricca di talenti e molto attenta alla progettualità della musica. Perfezionatosi al fianco di sassofonisti quali Dave Liebman, George Coleman e Bill Evans, ha guidato gruppi acustici ed elettrici, orientandosi anche nel filone fusion, ed è autore di un importante studio su John Coltrane.
I musicisti italiani scelti per questo libero viaggio nel mondo di Stravinsky compongono uno spettro stilistico ampio: Antonio Zambrini è un pianista lirico vicino al mondo europeo; Tony Arco, batterista dalla cultura enciclopedica, è capace di interpretare con profonda competenza un vasto universo sonoro; infine, l’emergente bassista Caterina Crucitti proviene dal panorama funk, ma è anche un’esperta contrabbassista jazz.

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